Chiesta la condanna di otto ex dirigenti
I manager sono accusati di lesioni e omicidio colposo
Otto ex manager degli stabilimenti Pirelli di Settimo Torinese sono a giudizio davanti al Tribunale di Torino, accusati in concorso tra loro di omicidio colposo e lesioni per 38 casi di ex lavoratori che, fino agli anni ’90, sono stati esposti all’amianto e talco. Ventidue di loro sono poi deceduti per carcinomi polmonari e alla vescica. Altri due ex dirigenti Pirelli che erano stati inizialmente indagati sono morti prima che si arrivasse a giudizio.
Per gli otto imputati il procuratore aggiunto Vincenzo Pacileo, che sostiene la pubblica accusa, ha chiesto condanne che vanno da due a tre anni di reclusione.
La sentenza del giudice monocratico Anna Ricci è attesa per metà ottobre.
Gli ex manager alla sbarra si sono alternati nel corso degli anni alla guida degli stabilimenti di Settimo Pirelli Vettura, Pirelli Accessori Industriali e Pirelli Veicoli Industriali, i primi due in via Torino 91; il terzo in via Brescia 8. Da alcuni anni gli stabilimenti di via Torino sono dismessi ed è operativo solo quello di via Brescia, visibile percorrendo l’autostrada To- rino-Milano.
Quello in corso a Torino è il quinto processo contro i vertici della Pirelli ed è stato avviato nel 2017 dal pm Sabrina Noce, prima di passare nelle mani di Pacileo. La fabbricazione dei pneumatici, secondo l’accusa, avrebbe provocato in molti addetti patologie polmonari come il mesotelioma, tumori all’apparato respiratorio o alla vescica, linfomi. Secondo la Procura i lavoratori sarebbero stati esposti all’amianto, al talco e ad altre sostanze radioattive e nocive senza le dovute precauzioni, sia agli altifomi, che al reparto mescola delle gomme. Stessa sorte anche per gli addetti al confezionamento coperture, cerchietti e delle imprese di pulizia.
Le pene più alte (3 anni e un mese ciascuno) sono state chieste per Ludovico Grandi, direttore generale dal ’79 all’83 e presidente del consiglio di amministrazione dall’84 al ’91; per Gianfranco Bellingeri, direttore generale e amministratore delegato della Società pneumatici Pireli dall’84 all’88; e per Luigi Penna, direttore dello stabilimento divisione pneumatici dal ’69 all’85. Chieste le condanne anche per Pierluigi Campaner (2 anni e 8 mesi), Carlo Adriano Mazzantini e Gianni Mancini (2 anni e 3 mesi ciascuno), Giovanni Battista Ferrano (2 anni) e Piero Gianfranco Origlia (2 mesi).
Molte vittime e i loro familiari si erano rivolti alla «Associazione tutela vittime dell’amianto e della silicosi», che ha sede in corso Venezia 63 a Torino. Associazione da sempre al fianco dei lavoratori nei processi per le malattie professionali.
Articolo tratto da “LA STAMPA” di ven. 26 luglio 2019