Il processo ETERNIT vede coinvolto in prima persona l’imprenditore Svizzero Stephan Schmidheiny
processato per la morte di migliaia di lavoratori e cittadini, per la lavorazione e l’utilizzo di amianto, senza utilizzare cautele, nei quattro stabilimenti italiani Eternit Italia (Bagnoli Eternit , Cavagnolo, Rubiera, Casale Monferrato), è stato condannato in primo grado, con sentenza 565 del 13 febbraio 2012, a 16 anni di reclusione, perché responsabile dei reati di disastro ambientale (art. 434 c.p.) e di violazione delle cautele sul lavoro (art. 437 c.p.).
In secondo grado, la Corte di Appello di Torino cui si era rivolto l’imputato Stephan Schmidheiny, ha confermato la condanna per il reato di disastro ambientale (art. 434 c.p.) anche per i decessi per mesotelioma, asbestosi, cancro polmonare di amianto e altre malattie asbesto correlate dei lavoratori esposti ad amianto negli stabilimenti Eternit Bagnoli ed Eternit Rubiera, e di coloro che vivevano nei dintorni, per i quali in primo grado il Tribunale di Torino lo aveva assolto per prescrizione.
Il Tribunale Penale di Napoli, all’udienza del 25 gennaio 2019, dispone il rinvio a giudizio di Stephan Schmidheiny per l’ipotesi di omicidio volontario. Il processo in Corte d’Assise avrebbe dovuto avere inizio il 12 aprile 2019 ma la Corte di Assise di Napoli con presidente Barbarano e Giudici popolari hanno rinviato la causa all’udienza del 15.05.2019, per decidere sulle eccezioni di esclusione delle parti civili, e per le repliche delle parti civili e dei loro difensori.
Attenderemo quindi a breve il nuovo giudizio…