Amianto

Processo Olivetti – AMIANTO NEGLI STABILIMENTI

Processo Olivetti De Benedetti, Passera, Colaninno

L’inchiesta amianto negli stabilimenti Olivetti ebbe inizio nel 2013 a seguito della segnalazione di una ventina di decessi sospetti avvenuti nel periodo compreso tra il 2008 e l’inizio del 2013.

Stabilimenti Olivetti Scarmagno

L’indagine preliminare si conclude nel settembre 2014, con trentanove indagati per i reati di lesioni ed omicidio colposo. Fra i destinatari del provvedimento, firmato dai pubblici ministeri Gabriella Viglione e Lorenzo Boscagli, spicca anche il nome di Roberto Colaninno. Carlo De Benedetti è interessato dall’indagine nella sua qualità di amministratore delegato e presidente dell’Olivetti dal 1978 al 1996; il fratello Franco come amministratore delegato dal 1978 al 1989, di vicepresidente dal 1989 al 1992 e di consigliere di amministrazione fino al 1993; il figlio Rodolfo come consigliere di amministrazione dal 1990 al 1997; l’ex ministro Corrado Passera come consigliere di amministrazione dal 1990 al 1996 e amministratore delegato dal 1992 al 1996. Colaninno è stato amministratore delegato a partire dal 1996.

A dicembre dello stesso anno la procura chiede il rinvio a giudizio dei trentatré indagati su trentanove. Vengono esclusi cinque consiglieri d’amministrazione dell’Olivetti (che il pm definisce “figure marginali”), per questi viene proposta l’archiviazione mentre un indagato decede nel corso delle indagini.

Dei trentatré indagati, il 5 ottobre del 2015 vengono rinviati a giudizio 17 imputati, tra cui tutti gli ex presidenti e gli ex amministratori delegati dell’Olivetti. Questi devono rispondere di lesioni ed omicidio colposo in relazione a dodici decessi e due casi di malattia, tra gli altri, Carlo De Benedetti, il fratello Franco, i figli Rodolfo e Marco, Corrado Passera e Roberto Colaninno. Ecco la sentenza in pdf (20 MB).

Il dibattimento, che si celebra nell’auditorium del liceo Gramsci di Ivrea, s’inizia l’11 gennaio 2016, con la costituzione di parte civile di sindacati, Inail, Comune di Ivrea e Città metropolitana di Torino.

Il 13 giugno le pm Laura Longo e Francesca Traverso richiedono quattordici condanne e due assoluzioni. Queste le richieste formulate dall’accusa: sei anni e sette mesi per Carlo De Benedetti, sei anni e quattro mesi per Franco Debenedetti, tre anni per Corrado Passera, assoluzione per Roberto Colaninno, accusato di un solo caso di lesioni. Poi 3 anni e 4 mesi per Camillo Olivetti; 3 anni e 8 mesi per Luigi Gandi, 4 anni per Manlio Marini; 2 anni e 8 mesi per Paolo Srmirne e Pierangelo Tarizzo, 2 anni e 6 mesi per Giuseppe Calogero, 2 anni e 2 mesi per Renzo Alzati, 2 anni per Luigi Pistelli, Silvio Preve e Roberto Frattini, 1 anno per Filippo De Monte, 8 mesi per Anacleto Parziale. Chiesta l’assoluzione per Onofrio Bono, mentre la posizione di Maria Luisa Ravera, ex responsabile del servizio Ecologia e ambiente di Olivetti, attualmente ricoverata in ospedale, è stata stralciata per gravi motivi di salute.

La tesi di fondo invece di tutte le arringhe della difesa è “La filosofia di fondo della Olivetti, la centralità e la protezione del lavoratore, non è mai cambiata”. Questa ha alimentato aspre critiche alla ricostruzione accusatoria che citano una gran massa di documenti per sostenere da un lato che i rischi per la salute erano tenuti in grande considerazione dall’azienda e dall’altro che esisteva un sistema di deleghe attraverso le quali i vertici avevano affidato a soggetti specifici compiti e risorse per la vigilanza sulla salute nel luogo di lavoro.

La sentenza. Il 18 luglio 2016 la giudice Elena Stoppini pronuncia la sua sentenza: sulla responsabilità degli imputati accoglie tutte le richieste dell’accusa, con l’unica differenza relativa alla posizione di Camillo Olivetti, assolto con Colaninno e Bono.

Il testo integrale della sentenza: (148 MB)