SILICOSI

La silicosi
La silicosi è un malattia professionale riconosciuta dall’Inail che colpisce i polmoni, dovuta all’inalazione prolungata di polvere contenente piccole particelle di silice cristallina libera.
I lavoratori più a rischio sono coloro che lavorano nelle miniere di metalli (piombo, antracite, rame, argento, oro), nelle fonderie, nelle fabbriche di ceramica e vetro, nelle industrie estrattive di rocce arenarie e del granito. Molto a rischio sono poi anche i soggetti che si occupano di scolorire i jeans tramite sabbiatura o sono addetti alla pulitura di superfici.
La silicosi si distingue in “nodulare semplice” e “a noduli confluenti“. Nel primo caso essa non dà luogo a nessun sintomo, nel secondo caso, invece, si manifesta con dispnea, espettorato e tosse. La gravità della malattia dipende, poi, dalla grandezza della massa che ostruisce il polmone. Più grande è la massa più grande è l’invalidità riconosciuta al paziente.
Sebbene la silicosi sia stata prevalentemente una malattia tipica del secolo scorso, è ancora un problema attuale, soprattutto in alcuni paesi dove colpisce i lavoratori giovani del settore tessile. Pertanto, se nel secolo scorso la silicosi uccideva in miniera o nei cantieri edilizi, oggi uccide nei laboratori di jeans.
In tema di sicurezza e prevenzione, il datore di lavoro ha l’obbligo di garantire e predisporre le adeguate misure a tutela della salute del lavoratore. Dovrà, quindi, consegnare ai propri dipendenti, indumenti e maschere idonee, e al tempo stesso dovrà garantire la sorveglianza sanitaria sul lavoro, tramite un medico competente.
Un’importante Sentenza della Corte di Cassazione (n. 2913, sez. Lavoro, del 14 febbraio del 2005) ha stabilito, poi, che il termine massimo di indennizzabilità (20 anni dalla cessazione dell’attività lavorativa) non si applica alla silicosi.
La silicosi è riconosciuta dall’INAIL come malattia professionale che dà diritto al lavoratore di ottenere il giusto risarcimento per il danno subito.
L’agenzia IMPEGNO TUTELA si propone, in caso d’insorgenza della malattia o di un familiare colpito o deceduto di silicosi, di valutare (senza impegno alcuno) la possibilità che la malattia sia scaturita dall’attività lavorativa svolta o dal contatto con sostanze tossiche in occasione del lavoro.

Nodulo silicotico
La silicosi acuta, nota anche come silicoproteinosi acuta, e la più rara silicosi accelerata sono provocate da intense esposizioni a polvere di silice per brevi periodi (alcuni mesi o anni). Le cellule mononucleari infiltrano i setti alveolari e riempiono gli spazi alveolari con un materiale proteinaceo che si colora positivamente con acido periodico di Schiff ed è simile a quello trovato nella proteinosi alveolare polmonare. Per distinguere la silicoproteinosi dalla proteinosi alveolare polmonare è necessaria l’anamnesi professionale all’esposizione acuta.
Sintomatologia
Spesso le silicosi croniche sono asintomatiche, ma molti pazienti possono, infine, sviluppare dispnea da sforzo che progredisce verso la dispnea a riposo. La tosse produttiva, quando presente, può essere dovuta a silicosi, associata a bronchite professionale cronica (industriale) o al fumo. Al peggiorare della malattia diminuiscono i suoni respiratori e negli stadi avanzati si può sviluppare addensamento polmonare, ipertensione polmonare e insufficienza respiratoria associata o meno a insufficienza ventricolare destra.
I pazienti con silicosi accelerata soffrono degli stessi sintomi di quelli con silicosi cronica, ma sviluppano i sintomi in un periodo più breve.
I pazienti con silicosi acuta presentano una rapida progressione della dispnea, con crepitii bilaterali diffusi, perdita di peso e astenia. Spesso l’insufficienza respiratoria si sviluppa nel giro di 2 anni.
La silicosi conglomerata provoca sintomi respiratori gravi e cronici.
Diagnostica per immagini
La silicosi è solitamente riconosciuta sulla base della RX o della TC del torace in pazienti con un’anamnesi positiva per esposizione alla silice. La TC è più sensibile della RX tradizionale, specialmente quando è utilizzata la TC spirale e multidimensionale e ad alta risoluzione (a sezione sottile). Nella maggior parte dei casi, la TC del torace è preferibile perché è più sensibile per identificare la silicosi nonché la progressione dalla silicosi semplice alla silicosi conglomerata. Una TC del torace può anche distinguere meglio l’asbestosi dalla silicosi, sebbene generalmente questa differenziazione venga fatta sulla base della RX torace e sull’anamnesi dell’esposizione. Nei pazienti che sviluppano un’artrite reumatoide, sono visibili nella RX o nella TC del torace noduli reumatoidi polmonari di 3-5 mm.
La silicosi cronica produce molteplici opacità rotondeggianti di 1-3 mm o noduli identificabili dalla RX o dalla TC del torace solitamente nei campi polmonari superiori. La gravità è classificata su una scala standardizzata sviluppata dall’International Labor Organization, dove analizzatori specificamente addestrati esaminano le RX torace per quanto riguarda le dimensioni e la forma delle opacità, la concentrazione delle opacità (profusione) e le alterazioni pleuriche. Non esiste una scala equivalente per l’aspetto TC. La presenza di linfonodi ilari e mediastinici calcificati è frequente e a volte hanno una forma simile ad un guscio d’uovo. Gli ispessimenti pleurici sono rari, a meno che una grave malattia parenchimale raggiunga la pleura. Raramente si verificano ispessimenti pleurici calcificati nei pazienti con coinvolgimento parenchimale lieve. Frequentemente attorno alle masse conglomerate si formano delle bolle. Quando le masse diventano voluminose e provocano una perdita di volume, si può verificare una deviazione della trachea. La presenza di cavità vere può indicare la tubercolosi.

Numerose malattie alla RX somigliano alla silicosi cronica; esse comprendono la siderosi dei saldatori, l’emosiderosi, la sarcoidosi, la berilliosi cronica, la polmonite da ipersensibilità, la pneumoconiosi dei minatori di carbone, la tubercolosi miliare, le micosi polmonari e le metastasi tumorali. Le calcificazioni a guscio d’uovo a livello dei linfonodi ilari e mediastinici possono essere utili per distinguere la silicosi da altre patologie polmonari, ma non sono un reperto patognomonico e non sono presenti frequentemente.
La silicosi accelerata somiglia, all’esame radiologico, alla silicosi cronica, ma si sviluppa più rapidamente.
La silicosi acuta è identificata per la rapida progressione dei sintomi. I segni RX comprendono diffuse opacità alveolari bibasali che rappresentano alveoli pieni di liquido. Alla TC si riscontrano aree di densità a vetro smerigliato, segno di infiltrazione reticolare, aree di aumentata e irregolare attenuazione e disomogeneità si verificano in un modello che imita la proteinosi alveolare polmonare. Queste aree si osservano meglio alla TC ad alta risoluzione (su sezioni sottili) e con proiezioni di TC spirale. Le multiple opacità rotondeggianti della silicosi cronica e di quella accelerata non sono caratteristiche della silicosi acuta.
La silicosi conglomerata si riconosce dalle opacità confluenti con diametro > 10 mm sullo sfondo dei reperti della silicosi cronica.
Prevenzione
La misura preventiva più efficace per la silicosi si realizza a livello industriale piuttosto che a livello clinico e comprende l’eliminazione della polvere, l’isolamento dei processi, la ventilazione e l’utilizzo di abrasivi non contenenti silice. Le maschere respiratorie forniscono una protezione imperfetta e, sebbene utili, non sono una soluzione adeguata. Si raccomanda la sorveglianza dei lavoratori esposti, attraverso questionari, spirometria e RX torace. La frequenza dei controlli dipende dal grado di presunta intensità dell’esposizione. Altre misure preventive comprendono lo smettere di fumare e la vaccinazione anti-pneumococcica e anti-influenzale.
I medici devono fare attenzione al rischio di tubercolosi e di infezione da micobatteri non tubercolari in pazienti esposti alla silice, specialmente nei minatori. Le persone esposte a silice devono fare test annuali alla tubercolina. Quelli con un test cutaneo positivo devono fare la coltura all’espettorato per la tubercolosi. In alcuni casi possono essere necessari la TC e la broncoscopia per confermare la tubercolosi. I pazienti che hanno una reazione tubercolinica positiva e un esame colturale dell’escreato negativo per tubercolosi, devono assumere l’isoniazide come chemioprofilassi in accordo alle linee guida standard per le reazioni alla tubercolina.